A partire dalla fine degli anni ’50 e fino alla prima meta’ degli anni ’70, in Giappone, come anche in Francia, Polonia ed altri paesi, si sviluppa un nuovo modo di fare cinema.
In Giappone, nuovi registi, danno vita ad una rivoluzione, girando film che parlano di giovani e di desiderio, di politica e rivoluzione. Si espande l’uso della telecamera a mano, dei jump cut. Da precedenti generi (pinku eiga, romanporno) alcuni registi evolvono verso una narrazione che usa l’erotismo come chiave di rappresentazione dei conflitti sociali.
Registi quali Oshima, Wakamatsu, Suzuki, Terajama, Matsumoto, Yoshishige si affermano come esponenti di questo movimento che procede mantenendo molte similitudini con la piu’ nota nouvelle vague francese ma introducendo una maggiore drammaticita’ legata anche agli eventi storici che in quel momento viveva il Giappone (trattato di collaborazione con gli USA, declino del partito comunista giapponese e ascesa dei movimenti studenteschi radicali, mutamento dei rapporti sociali, forte industrializzazione, …).
La nouvelle vague giapponese lascia in eredita’ film di fortissima intensita’, struggente bellezza e grande cura formale.
Il CSI ha reperito alcuni titoli, quasi tutti inediti in Italia nei circuiti mainstream, per introdurre alla conoscenza di questo periodo cinematografico:
- La farfalla sul mirino (1967)
di Suzuki Seijun
- Il funerale delle rose (1969)
di Toshio Mastumoto
- Morte in campagna (1974)
di Shuji Terayama